giovedì, ottobre 22, 2009

Scrittori in carcere nel mondo


Libertà d'espressione: oltre 600 gli scrittori in carcere nel mondo22.10.09 - Oltre 600 scrittori sono rinchiusi in prigione per le loro opere in tutto mondo. Più di 200 di loro sono in condizioni drammatiche. La denuncia è del 'Comitato degli scrittori in prigione', membro del Pen club international, riunito nel 75esimo congresso mondiale a Linz, in Austria. La situazione è particolarmente difficile per le donne scrittrici, soprattutto in paesi come Cina, Turchia, Iran, Eritrea e Vietnam. (fonte: RCD)

domenica, ottobre 11, 2009

Teheran: il pugno duro del regime



Salgono a tre le persone condannate a morte in Iran dopo gli arresti legati alle proteste per le contestate elezioni presidenziali. Il primo condannato a seguito dei disordini scatenati dalla contestata rielezione del presidente Ahmadinejad è Mohammad Reza Ali Zamani. Secondo la versione ufficiale, l’imputato avrebbe ammesso l’accusa di spionaggio, ma Amnesty International ha denunciato ha denunciato l'uso della tortura per ottenere le cosiddette "confessioni" (in puro stile staliniano). Anche gli altri due condannati (di cui sono state rese pubbliche solo le iniziali, A.P. e N.A.) sono stati riconosciuti colpevoli di legami con "organizzazioni fuori legge". Rimangono, intanto, centinaia di altri detenuti nelle carceri di Teheran, arrestati dopo le manifestazioni dell' "Onda Verde". Spenti i riflettori dell'informazione internazionale, a Teheran la macchina della repressione ha funzionato a pieno ritmo. Sono vicende che ci interpellano. E che richiedono, da parte nostra, l'attivazione di una visibile solidarietà con la coraggiosa società civile iraniana. Per salvare la vita ai condannati e per richiedere la liberazione dei detenuti politici e dei "prigionieri di coscienza".

mercoledì, ottobre 07, 2009

La lezione di Anna



7 Ottobre 2006. Uccisione di Anna Poltikvoskaya. Viene eliminata con la violenza una giornalista e una donna-simbolo dell'impegno per i diritti umani, la democrazia, il rispetto della dignità umana in Russia e in Cecenia.
A tre anni di distanza, giuridicamente, alla memoria di Anna non è stata resa giustizia (e, come succede in casi del genere, chissà se mai questo avverà).
Non è retorico, però, dire che la lezione di coraggio civile e di sensibilità etica di Anna vive nella lotta globale, di stringente e drammatica attualità, per la difesa della libertà di stampa e di informazione, ad ogni latitudine ed in ogni angolo del mondo.