lunedì, giugno 09, 2008

Una "nuova frontiera" per gli anni duemila?


La (bella) battaglia di Hillary
Nella lunga campagna delle primarie democratiche, Hillary è giunta alla fine della sua corsa. Dopo le molte critiche che su di lei sono piovute (per la supposta adesione ad una visione "dinastica" e familistica" del potere, per l'impostazione artefatta di una parte dei suoi interventi, per la "pervicacia"
manifestata in una competizione ormai perduta...), le va non solo dato atto dello stile con cui ha ammesso, infine, la sconfitta. Va anche detto che ha combattutto una bella battaglia, forte della sua competenza ed esperienza e delle istanze, sociali, culturali e d' immagine cui ha saputo dar voce.
In ogni caso, la competizione fra lei e Barack Obama (che ha ora il compito, se saprà riunificare il partito democratico e se saprà interpretare le esigenze di rinnovamento e di riscatto di parti decisive della società statunitense, di guidare i democratici alla vittoria) confermano le sorprendenti risorse di vitalità e di impegno civile che il criticatissimo "modello americano" di vita e di organizzazione politica è capace di riproporre e di riscoprire nei momenti più critici e negli snodi più difficili della storia di quel grande Paese. Che potrebbe forse dischiudere- chissà- gli orizzonti di un'inedita "nuova frontiera" degli anni duemila.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Non mi sono granché piaciuti i toni con cui Hillary si è spesso e volentieri scagliata contro il suo rivale...soprattutto senza mostrare nemmeno uno straccio di prova per dimostrare le sue accuse.
Comunque onore al merito e speriamo che vinca il nuovo Malcolm X (scusate il paragone, ma mi piace vederlo così, anche se fra lui e il leader della NOI prima e dell'Unità Afro-Americana poi ci sono molte differenze).