Malalai Kakar faceva un lavoro assai insolito ( per una donna, in paese come l' Afghanistan, dove l'inserimento sociale delle donne è malvisto e ostacolato): era una donna-poliziotto.
Faceva un lavoro, Malalai Kakar, doppiamente delicato e pericoloso: indagava sui delitti e sui soprusi commessi contro le donne.
In una società maschilista e patriarcale, come quelle afghana, tentata costantemente dall'insidia integralista e incalzata dal fuoco talebano, un ruolo come quello che lei ha svolto, con determinazione, richiede molto coraggio.Era diventata una donna-simbolo. Anche la sua città, Kandahar, è, per più versi, una città-simbolo.
Il suo impegno professionale ed il suo coraggio civile non gli sono stati perdonati. "Era un obiettivo", che è stato raggiunto e colpito, hanno comunicato seccamente i suoi nemici.
Un simbolo da abbattere. Con il "burocratico"linguaggio dei comunicati ideologici, la questione
è seccamente inquadrata. E liquidata.
Sta ai democratici, uomini e donne, del mondo non dimenticare (e far fruttificare) l'esempio di questa piccola donna-coraggio e i problemi del suo (lontano) Paese.