giovedì, febbraio 19, 2009


E dopo Walter?

7 commenti:

flavia ha detto...

Spero solo che da ora in avanti il popolo ampio e dalle gloriose tradizioni della sinistra sappia mettere in primo piano obiettivi, programmi e riforme su cui confrontarsi, abbandonando dinamiche distruttive di ambizioni e potere personale

Alessandro Checcucci ha detto...

Basta con il giochino delle correnti (oggi Fondazioni). O il PD è una cosa "nuova", o è meglio tornare all'Ulivo (sempre che si trovi un Prodi disposto a farsi impallinare). Basta con gli integralismi cattolico e veteromarxista.
I maggiorenti del PD hanno capito che siamo sull'orlo di una catstrofe?
Hanno capito che devono tornare tra la gente e capirne la psicologia? Prendano esempio da Silvio che non ne indovina una, ma è sempre apprezzato.

Anonimo ha detto...

E dopo Walter? Una sinistra da ricostruire, rifondare. Primo passo: separare ciò che non è tanto compatibile, rutelliani ultras-moderati, e propugnatori di uan visione del mondo veramente critica verso il sistema capitalistico.
Il caso Soru fa capire che non si è persa solo una battaglia, ma molto di più. E altro dato: sapete che l'Udc, avversario a Roma di Berlusconi, ha fatto vincere Berluscono in Sardegna con il 9% dei voti?

Anonimo ha detto...

Dobbiamo cominciare a capire che siamo sulla stessa barca A PRESCINDERE DALLE NOSTRE IDEE PIù O MENO DI SINISTRA ,anche a Firenze OCCORRE LAVORARE INSIEME PER RENZI che è stato scelto DAI CITTADINI con le primarie che sono uno strumento democratico che i berlusconiani manco si sognano!
Se non faremo così perderemo Firenze...invece dopo potremo trovare tutti i compromessi che ci vorranno per ben governare .

Anonimo ha detto...

Dipende fino a che punto le primarie si intendono "democratiche": più si va avanti col tempo e più mi rendo conto che servono soltanto da plebiscito per legittimare un certo candidato destinato a vincere senza se e senza ma. Nautalmente ci sono sempre le dovute eccezioni, come il caso di Nichi Vendola, ma quella fu una goccia nel mare.

Anonimo ha detto...

Franceschini potrebbe essere un buon inizio ma anche una ottima fine. Mi spiego:io vorrei che dalla crisi in atto ci sforzassimo di enucleare idee forza. La sequela di ripetizioni sui nostri valori non basta , temo, che a scaldarci il cuore. Ciò dico a partire dalla crisi della società e ben poco preoccupandosi dei titoli di tv e giornali dedicati alla crisi di una leadership che era in crisi perché ha perso le elezioni politiche(e questo in democrazia è il nocciolo) anche se poi ha preso altre sberle. Esempio di ciò che vorrei: adesso nella crisi economico sociale i paesi aderenti all'UE hanno una grossa responsabilità e chanche al tempo stesso di rilanciare i contenuti dell'europeismo.I "nostri" valori, no? Si parla spesso dei paesi "deboli" (quelli ex patto di Varsavia, arrivati nella odierna UE a 27) e si dice che occorre attendere tempo per sapere se ce la faranno: ma noi stiamo solo a vedere? Quale occasione migliore per un partito che ha qualcosa da dire, per dire appunto che da ora in poi ci si salva assieme come Europa e non in ordine sparso? Con gli oneri conseguenti, se occorre ma con la forza di stabilire davvero un patto fondativo della possibile patria comune europea. Un partito non dovrebbe appunto essere capace di rilanciare sui temi , oltre al ping pong di cosa hai fatto oggi, cosa ha detto il premier e cosa hai da dire tu su cosa ha detto lui?
aleardo putti

Anonimo ha detto...

Non ho potuto partecipare all’assemblea nazionale di sabato scorso a Roma ma ho partecipato all’assemblea regionale tenutasi a vie nuove venerdì pomeriggio.
La mia posizione per fronteggiare la crisi aperta dalla sconfitta alle elezioni in Sardegna e dalle successive dimissioni del Segretario W. Veltroni, tra l’altro estremamente criticabili in questo momento, era quella di indire immediatamente un Congresso in cui confrontare piattaforme politiche e, su questa base, scegliere il nuovo segretario.
Ma i tempi della politica e quelli tecnici, non lo permettevano. Data l’imminenza delle elezioni di giugno, non sarebbe stato possibile, oggettivamente non praticabile, un reale ed approfondito confronto, capace di coinvolgere davvero militanti, iscritti ed elettori del partito, e probabilmente saremmo andati incontro ad una fase pericolosa della vita politica interna del Partito.
Eletto segretario Dario Franceschini, il Congresso si dovrà tenere dopo le elezioni, e già ottobre mi sembra lontano ma considerato l’estate e i tempi che occorrono per organizzarlo sarà difficile anticipare i tempi della convocazione. Il congresso dovrà consentire un reale confronto di idee e proposte su piattaforme politiche, natura del partito e leadership. Ma un segnale è comunque necessario nell’immediato ovvero ci deve essere un forte segnale di discontinuità, sia sul piano degli organismi dirigenti, sia nella costruzione di un organismo, pur di carattere temporaneo, che coinvolga i segretari regionali e una rappresentanza che sia l’immagine della base territoriale del nostro partito.
Nell’immediato si pone il traguardo delle elezioni europee e delle amministrative in molti comuni e province italiane. Al riguardo credo proprio che sia indispensabile affrontare con determinazione i nodi finora irrisolti sia al nostro interno che nella visione politica del Paese, e definirne una sintesi chiara (dalle questioni della bioetica, alle politiche del lavoro per fronteggiare la crisi, alla collocazione europea del PD) in modo tale da costruire una proposta politica e programmatica.
Una proposta che parli ai cittadini che vedono nel nostro partito la sola alternativa possibile e credibile in questa situazione di crisi economica, finanziaria e di valori etici e morali , che ci consenta di affrontare con forza le elezioni amministrative ed europee, avviando così una vera alternativa all’attuale governo della destra, ricreando un clima di fiducia e di speranza in noi tutti.

Rosauro Solazzi, Consigliere comunale PD di Bagno a Ripoli