Essere a fianco della lotta democratica del popolo di Myanmar. E' un imperativo.
Nelle nostre stanche società democratiche "mature", dove ritrovare una spinta ideale se non nel sostegno a popoli che per la democrazia sfidano la repressione e la ritorsione di un potere autoritario?
Istituzioni, partiti, movimenti, società civile: ognuno dovrebbe fare la sua parte per attivare forme visibili di solidarietà con i cittadini birmani in lotta per la loro libertà e per impedire esiti drammatici come quello di Tien an men nella Cina del 1989.
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3 commenti:
In proposito della situazione in Myanmar mi piace ricordare le parole di una canzone, "Walk on", che gli U2 hanno dedicato ad Aung San Suu Kyi. Tradotte, sono pressapoco queste:
E se il buio è fatto per tenerci lontani
E se il giorno sembra lontano a venire
E se il tuo fragile cuore dovesse rompersi
E per un secondo tu guardassi indietro
Oh no,sii forte
Vai avanti
Vai avanti
Quello che hai,non lo possono rubare
No, non lo possono neanche sentire
Non so come finirà la tragedia birmana,ma so cosa accadrà all'ONU: a ben sperare una risoluzione inefficace. Il vecchio problema del Consiglio di Sicurezza riemerge tutte le volte: 5 nazioni dirigono il mondo!
Alessandro Checcucci
dobbiamo credere fermamente che anche piccoli gesti come questo possano creare quella che viene chiamata la "pressione" internazionale. le singole persone che vivono in quella regione oppressa così duramente, devono sentire che non sono sole, devono sentire che altre, anche lontane e "comuni" come loro, sono al loro fianco e pensano alla loro libertà
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