lunedì, settembre 03, 2007

I lavavetri di Firenze

I lavavetri di Firenze

Sicurezza e legalità, si dice, devono andare insieme. E' giusto. Si dice anche che, dal momento che i lavavetri esercita(va)no un'attività illegale, era inevitabile intervenire. E' giusto, anche questo.
Ma la legalità deve valere ovunque. A 360 gradi, come si usa dire. Contro i cittadini "autoctoni" che violano sistematicamente le zone pedonali e praticano la sosta selvaggia. Contro lo spaccio selvaggio e impunito di stupefacenti. Contro chi truffa e prende, pretende o versa tangenti.
Contro chi devasta il territorio.
Bisogna anche che diritti e integrazione accompagnino gli interventi miranti a garantire sicurezza, rispetto della legge, controllo del territorio. Si prenda il (complesso) caso dei Rom.
Nel corso della visita al Carcere di Livorno, me ne sono ancor più convinto: bisogna lavorare sull'integrazione e la convivenza (basi autentiche della sicurezza) anchese questo è assai più difficile e rende assai meno popolari di una (pur condivisibile) campagna per liberare i semafori dall'assedio delle spazzole lavavetri

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono assolutamente d'accordo.. In occasione di provvedimenti del genere, si sa, è quasi biologico che l'opinione pubblica si apra come una forbice separando sempre più la lama dei "pro" da quella dei "contro". Forse è bene tenere sempre presente, però, che entrambe sono taglienti per loro natura e che quindi è sicuramente più ragionevole guardare alla mano che le tiene, piuttosto che sperticarsi in giudizi sul foglio che le tiene. Ciao

Anonimo ha detto...

Concordo perfettamente... legalità e integrazione vanno tenuti insieme. Mi rassicura vivere in una città in cui la costruzione e la difesa della democrazia passano attraverso la cultura della legalità, che poi è alla base del rispetto dei diritti di tutti. Fiduciosa aspetto pertanto un grosso impegno in due direzioni: da una parte la lotta all'illegalità su altri fronti (sinceramente, come pedone, rispetto ai lavavetri sono molto più infastidita e intimorita da persone allo sbando con relativi cani spesso senza guinzaglio o dalle macchine piazzate in bella vista, in pieno centro storico e in zone pedonali, in evidente divieto: a quando un vigile, assessore?) dall'altro misure che favoriscano l'integrazione e la convivenza in questa città in cui la 'maggioranza' non è poi più tanto silenziosa...
Flavia

Anonimo ha detto...

Perchè, nonostante i ripetuti appelli e ai vigili, ci sono strade in pieno centro (ad es. Via dei pepi), in cui sostano impunemente da anni uno smisurato numero di auto? Il divieto permamente di sosta è in bella vista, ma sembra servire solo da decoro. Eppure verso Via dei Pilastri la strada è stretta e spesso gli autoveicoli devono salire sul marciapiede per passare... Anche questa è una situazione illegale e piena di rischi... Perchè aspettare che una malcapitata autoambulanza o il bel camion rosso dei Vigili del Fuoco siano costretti a deviare dal proprio cammino perdendo tempo prezioso prima di intervenire?
Cosa devono fare i cittadini per costringere le istituzioni a far rispettare un divieto messo dagli stessi funzionari comunali
Pietro

Guido Giacomo Gattai ha detto...

due i punti che mi vengono in mente:
SUL POST: certo, ma il problema è sempre non rischiare la "rivolta" (intesa come eccessiva reazione del cittadino, qual'essa sia poi nella forma) e per evitare questo si devono creare valvole di sfogo: in francia c'è l'imposizione della legalità ma anche una serie di strutture che permettono al cittadino di esprimersi. Se si facesse rispettare la legge in Italia si chiuderebbero tutte le valvole di sfogo dei giovani. Per un semplice motivo: le valvole di sfogo illegale (attacchinare e scrivere sui muri, l'occupazione illegale di immobili, lo schiamazzo in luogo pubblico ecc.) non costano niente agli organi pubblici mentre le valvole di sfogo legali (centri sociali pubblici, concerti organizzati per i nuovi emergenti - non per i figli e gli affiliati, per gli emergenti veri -, ecc.) sono un costo per il pubblico. Perchè spendere se quei soldi possono andare in mazzette e clientele? Purtroppo questo lo sappiamo bene anche a Firenze, non c'è bisogno di andare in Sicilia. Non chiedetemi dove prendo i miei dati o di tirare fuori nomi o cifre perché - mi capirete - non sono cose che si scrivono su un blog.
SUI COMMENTI: "netiquette" vorrebbe che i commenti si firmassero con nome e cognome. Non è megalomania farlo, è educazione. Ma scusate, sono puntiglioso.

Anonimo ha detto...

Il tema mi ha ispirato questa poesia. Roberto
La cavalcata dei magi

Il corteo dei magi lascia
l’affresco della Cappella,
discende solenne le scale.

Lascia il Palazzo, appare
in abiti sontuosi nella via,
sulle cavalcature i re
della città, della provincia,
la sicurezza, portano
in dono la stizza, il genio
fiorentino e l’arroganza.

Li circondano cittadini
osannanti, il capo
dei tassisti, i mercanti
più ricchi, i giocatori
del calcio in costume,
cinque cuochi famosi.

Nel paesaggio di colline
gruppi di pastori, angeli
alti in volo, lavavetri
le braccia incrociate.

La cavalcata dei magi
raggiunge la capanna,
li attende il Bambino
ridente, sulla corona
riflessi d’oro del potere.

Nella collina lontana
la Ragione, l’Amicizia
dormono sonni felici.