la Dichiarazione universale dei diritti umani compie 60 anni.
Fu, infatti, approvata nel lontano 1948.
A che punto siamo, oggi, in materia di diritti umani? Passi in avanti ne sono stati fatti. E’ aumentato il numero dei Paesi democratici e la messa al bando della pena di morte guadagna consensi. Anche la Corte Penale internazionale (nonostante la non adesione di Usa, Russia, Cina) sta svolgendo un significativo lavoro nel perseguire i crimini contro l’umanità. Ma su tutti i versanti ( dei diritti civili, politici e sociali) i problemi aperti, e le tragedie, abbondano.
Basta scorrere il mappamondo e richiamare alla mente Medio Oriente, Iran, Somalia, Darfur, Afghanistan o Tibet. La crisi economica rende, peraltro, precario, nello stesso mondo “sviluppato”, il diritto al lavoro (cui è stata dedicata la Festa della Toscana). Un fronte inedito è, d’altra parte, quello dei diritti di “nuova generazione”, come quelli relativi ad un ambiente non inquinato, su cui Barack Obama ha, non a caso, incentrato gran parte del suo programma.
Non poco cammino è stato compiuto. Ma c’è ancora da fare perché l’affermazione che apre la Dichiarazione (“Tutti gli uomini nascono liberi e uguali in dignità e diritti”) abbia effettiva ed universale risonanza in tutti gli angoli del pianeta.
Basta scorrere il mappamondo e richiamare alla mente Medio Oriente, Iran, Somalia, Darfur, Afghanistan o Tibet. La crisi economica rende, peraltro, precario, nello stesso mondo “sviluppato”, il diritto al lavoro (cui è stata dedicata la Festa della Toscana). Un fronte inedito è, d’altra parte, quello dei diritti di “nuova generazione”, come quelli relativi ad un ambiente non inquinato, su cui Barack Obama ha, non a caso, incentrato gran parte del suo programma.
Non poco cammino è stato compiuto. Ma c’è ancora da fare perché l’affermazione che apre la Dichiarazione (“Tutti gli uomini nascono liberi e uguali in dignità e diritti”) abbia effettiva ed universale risonanza in tutti gli angoli del pianeta.
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