giovedì, settembre 27, 2007

A fianco della lotta democratica di Myanmar

Essere a fianco della lotta democratica del popolo di Myanmar. E' un imperativo.
Nelle nostre stanche società democratiche "mature", dove ritrovare una spinta ideale se non nel sostegno a popoli che per la democrazia sfidano la repressione e la ritorsione di un potere autoritario?
Istituzioni, partiti, movimenti, società civile: ognuno dovrebbe fare la sua parte per attivare forme visibili di solidarietà con i cittadini birmani in lotta per la loro libertà e per impedire esiti drammatici come quello di Tien an men nella Cina del 1989.

venerdì, settembre 21, 2007

"Il parroco degli zingari"

In una recente seduta del Consiglio regionale, molto si è discusso di sicurezza e legalità. Con un'attenzione speciale alla "questione rom". Di particolare attualità dopo il dramma di Livorno. C'è da ribadire che, certamente, la legalità (che è come dire il rispetto delle leggi vigenti) deve essere per tutti un riferimento indiscusso. Dunque, anche per i rom. Il rom che viola le regole comuni (quando e se realmente le viola) deve essere sanzionato. Come chiunque altro. E, come per chiunque altro, deve, anche in questo caso, valere la certezza della pena. Ma vale anche il principio, centrale nella civiltà giuridica, per cui la responsabilità è individuale. Danno, dunque, da pensare atteggiamenti che si rivolgono indiscriminitamente contro intere comunità. Paesi, ad es., come riferito recentemente dalle cronache, che insorgono contro la permanenza di vicini insediamenti rom (che, certo, sono talora fonte anche di problemi, di timori e di incomprensioni).
Torna alla mente, in merito, un illuminante episodio della biografia di Don Milani. Che, quando era cappellano di Calenzano, si trovò a discutere con gli abitanti del paese, infuriati contro "gli zingari". Disse loro Don Milani: " A me piacerebbe fare il parroco degli zingari". Parole che, in questa nostra confusa epoca, sono da ricordare a mo' di lezione.

lunedì, settembre 03, 2007

I lavavetri di Firenze

I lavavetri di Firenze

Sicurezza e legalità, si dice, devono andare insieme. E' giusto. Si dice anche che, dal momento che i lavavetri esercita(va)no un'attività illegale, era inevitabile intervenire. E' giusto, anche questo.
Ma la legalità deve valere ovunque. A 360 gradi, come si usa dire. Contro i cittadini "autoctoni" che violano sistematicamente le zone pedonali e praticano la sosta selvaggia. Contro lo spaccio selvaggio e impunito di stupefacenti. Contro chi truffa e prende, pretende o versa tangenti.
Contro chi devasta il territorio.
Bisogna anche che diritti e integrazione accompagnino gli interventi miranti a garantire sicurezza, rispetto della legge, controllo del territorio. Si prenda il (complesso) caso dei Rom.
Nel corso della visita al Carcere di Livorno, me ne sono ancor più convinto: bisogna lavorare sull'integrazione e la convivenza (basi autentiche della sicurezza) anchese questo è assai più difficile e rende assai meno popolari di una (pur condivisibile) campagna per liberare i semafori dall'assedio delle spazzole lavavetri