venerdì, giugno 20, 2008

Auguri, Aung San Suu Kyi!



Ieri era il compleanno di Aung San Suu Kyi.
Una donna libera. Anche se costretta da anni, per imposizione della Giunta militare birmana, a vivere
agli arresti domiciliari.
Aung San Suu Kyi è una donna-simbolo: simbolo della lotta per i diritti umani del popolo birmano.
Che il prossimo compleanno possa essere festeggiato in un clima di riconquistata libertà per lei e per il suo popolo è l'augurio che, di cuore, ci sentiamo di formulare.

domenica, giugno 15, 2008

Lo straniero


"Lo straniero" era il titolo di un piccolo, grande libro di Albert Camus. "Straniero" è spesso (sostanziale) sinonimo di "strano". Chi viene da fuori ispira curiosità mista a diffidenza se non ad aperta ostilità. Eppure, di origine straniera sono non solo colf e badanti, manovali e inservienti che soccorrono ai nostri bisogni materiali. Perfino l'assistenza spirituale (per chi crede) si presenta, sempre più, con il volto "strano" e "straniero" di religiosi vietnamiti, latinoamericani e polacchi. Sono spesso "extracomunitari" coloro che, sui cantieri, ignari delle norme di sicurezza (o fatti lavorare in condizioni di precarietà) cadono dalle impalcature. Come è successo, venerdì scorso, a Settimo Milanese. Dove sono morti due giovani lavoratori egiziani. Clandestini e irregolari. Insomma, non c'è solo il (pur importante e reale) tema della sicurezza. Che va affrontato con strumenti efficaci e responsabili. E' il tema dello "straniero" (verso cui siamo così diffidenti e di cui abbiamo così bisogno) che richiede complessivamente un sussulto di consapevolezza etica e politica all'altezza dei problemi del nostro tempo.

lunedì, giugno 09, 2008

Una "nuova frontiera" per gli anni duemila?


La (bella) battaglia di Hillary
Nella lunga campagna delle primarie democratiche, Hillary è giunta alla fine della sua corsa. Dopo le molte critiche che su di lei sono piovute (per la supposta adesione ad una visione "dinastica" e familistica" del potere, per l'impostazione artefatta di una parte dei suoi interventi, per la "pervicacia"
manifestata in una competizione ormai perduta...), le va non solo dato atto dello stile con cui ha ammesso, infine, la sconfitta. Va anche detto che ha combattutto una bella battaglia, forte della sua competenza ed esperienza e delle istanze, sociali, culturali e d' immagine cui ha saputo dar voce.
In ogni caso, la competizione fra lei e Barack Obama (che ha ora il compito, se saprà riunificare il partito democratico e se saprà interpretare le esigenze di rinnovamento e di riscatto di parti decisive della società statunitense, di guidare i democratici alla vittoria) confermano le sorprendenti risorse di vitalità e di impegno civile che il criticatissimo "modello americano" di vita e di organizzazione politica è capace di riproporre e di riscoprire nei momenti più critici e negli snodi più difficili della storia di quel grande Paese. Che potrebbe forse dischiudere- chissà- gli orizzonti di un'inedita "nuova frontiera" degli anni duemila.

domenica, giugno 01, 2008

I due Iran



La visita in Italia di Ahmadinejad serve a ricordarci che ci sono due Iran. Due diversi volti di uno stesso, grande, Paese di antica civiltà. Quello, inaccettabile, di un potere teocratico ed autoritario, che reprime i democratici, nega i diritti delle donne, discrimina gli omosessuali e(nel tempo della moratoria) fa eseguire impiccagioni in grande quantità (senza che il mondo vi presti attenzione). E quello, del tutto diverso ed opposto, dell'Iran vitale, creativo ed ansioso di spazi nuovi, che vive nelle pieghe e nelle quotidianità di una società, comunque, dinamica e moderna. La visita di Ahmadinejad serve se non altro a ricordarci l'obbligo morale di essere a fianco di questa parte del Paese, che è pronta al pluralismo e alla democrazia. Una società civile che potremo aiutare non certo con improvvidi interventi dall'esterno e, men che meno, con l'uso (talora sciaguratamente evocato) delle bombe, ma con il costante sostegno alle aspirazioni e alle lotte per i diritti e la libertà dell' "altro Iran"