giovedì, dicembre 24, 2009

Valutazioni di un ex candidato alle Primarie




Cari amici,
questa è l'ultima comunicazione relativa alla campagna "Idee in cammino". Un percorso che ha prodotto iniziative belle, partecipate, dense di contenuti. Semi che, comunque, qualcosa produrranno.
I risultati decorosi e la sconfitta
I risultati elettorali conseguiti da chi scrive sono più che decorosi: 924 (novecentoventiquattro) voti. Che sono tutti voti "veri" (non come quelli prodotti da catene di comando, notabilati, apparati e nomenklature) e che considero, grato, come altrettanti attestati di stima. Del resto, l'affluenza al voto è stata bassissima e anche i candidati che si sono meglio piazzati non hanno avuto i risultati eclatanti per i quali, spesso con dovizia di mezzi, avevano lavorato (e che incautamente avevano preannunciato)
Comunque, il risultato, pur onorevole e più che sufficiente a poterne uscire politicamente "a testa alta", mi assegna il decimo posto. Non utile, salvo eventi imprevedibili, ad una mia rielezione in Consiglio Regionale. Un risultato onorevole, dunque, e una sconfitta. Alle sconfitte non vanno cercate attenuanti. Vanno, intanto, accettate ed elaborate per quel che sono. Ma sull' infelice vicenda delle cosiddette Primarie qualche riflessione si impone. Riflessioni che, per quel che mi riguarda, nascono non certo dall'amarezza della sconfitta (ai fini della rielezione in Consiglio Regionale), ma dalla volontà di fornire un contributo politico al dibattitto pubblico che tutti ci riguarda, Sull'impianto stesso di questa Legge elettorale della Toscana, per iniziare.
Una distorsione della democrazia?
Dice bene, ancora una volta, il vicepresidente del Senato, Vannino Chiti ("Corriere Fiorentino", 15 Dicembre), che registra e critica la grottesca anomalia di un sistema in cui "noi avremo due milioni e ottocentomila toscani che non scelgobo i candidati, e sono quelli che andranno a votare (alle Regionali di Marzo n.d.r.) e centomila che hanno scelto i candidati (nelle Primarie n.dr.) ". A questa autentica distorsione della logica più elementare della democrazia, si aggiunga quanto da noi più volte denunciate: il silenzio assordante che ha accompagnato la preparazione delle Primarie. Un silenzio la cui responsabilità , questa sì, davvero primaria (oltreché del "depotenziamento" delle Primarie indotto dalla mancata competizione fra i candidati presidenti, dal momento che il PD ha optato per un candidato unico, peraltro ottimo, come Enrico Rossi) è degli organi istituzionali che avrebbero dovuto informare i cittadini dell'importanza del passaggio elettorale e che questo compito non lo hanno assolto, o lo hanno assolto in maniera del tutto insufficiente. I cittadini, in percentuali elevatissime, non sapevano che c'era un importante passaggio elettorale o (cosa più grave) non sapevano dove erano i seggi. Di più: ai cittadini che si recavano al seggio sbagliato non si sapeva dire quale fosse e dove fosse il seggio in cui avrebbero dovuto recarsi. In alcune situazioni, come mi è stato personalmente e direttamente riportato, i vigli urbani, interpellati in merito, non sapevano e non erano stati informati che vi era una scadenza elettorale.
Le responsabilità politiche
Vi sono, poi, in tutta questa vicenda, responsabilità politiche evidentissime. A partire da quelle della dirigenza regionale del PD. Che prima ha messo a punto e fatto approvare un listino regionale (i cinque candidati che vengono sottratti alle Primarie e che vengono messi direttamente in posizione sicura in lista per le Regionali) che parla da solo.
Il "listino" dovrebbe essere il "biglietto da visita" del Partito. Dovrebbe essere fatto anche per accogliere, almeno parzialmente, esponenti della società civile, del mondo della cultura, delle professioni e del lavoro. Invece, il listino è stato composto secondo una logica squisitamente partitocratica e correntizia.
La successiva fase delle Primarie, poi, è stata del tutto "non governata" (secondo l'interpretazione più benevola). Si sono registrate situazioni di gravissima asimmetria.
In Provincia, i territori venivano, spesso, rigidamente "bloccati" sul sostegno a singoli candidati (in una competizione che si svolge in una circoscrizione elettorale provinciale!), mentre a Firenze-città veniva teorizzato (e brutalmente praticato) una sorta di "libero mercato" delle candidature. Con il piccolo e trascurabile dettaglio che venivano messe, senza alcuna mediazione, sullo stesso piano, potenti e consolidate macchine di raccolta del consenso e campagne totalmente autogestite, autofinanziate e basate sull'apporto generoso del volontariato dei giovani, degli amici e di esponenti della società civile. Come, appunto, è stata la nostra.
Ancora, in difesa della "buona politica"
Giova ripeterlo: quasi mille voti, conquistati in assoluta povertà di mezzi e con la forza delle idee, sono un piccolo "capitale politico". Che non verrà disperso.
Si riparte dalla società civile. Prima di tutto, dalla Rivista "Testimonianze" (che chi scrive ha onere e onore di dirigere). Una rivista che, come sempre, nel rispetto del pluralismo interno delle posizioni, nella valorizzazione del lavoro comune di credenti e non credenti, continuerà il suo lavoro culturale in difesa e a sostegno della "buona politica".
A quelli che, nel complesso "passaggio" che abbiamo appena alle spalle, in varie forme, mi sono stati generosamente, fattivamente ed affettuosamente vicini, invio un ringraziamento, un abbraccio e l'invito ripetuto a "non mollare".

Severino Saccardi

giovedì, dicembre 03, 2009

Dichiarazione di voto di una scarpa sinistra.


Ieri sera, a Scuola-Città Pestalozzi c'era una festa. Dedicata all'amica Gabriella Lisi (che ha un'autentica passione per le calzature). Tema della serata, dunque, le scarpe. La brava Anna Lucheroni ha proposto alcuni deliziosi testi. Tra cui, questa "Dichiarazione di voto di una scarpa sinistra" che parla, in maniera trasparente delle Primarie e della mia candidatura. La trascrivo per gratitudine. Severino Saccardi.
" Non so se sia proprio il caso. Chi lo decide se è il caso o non è il caso? Mi prendo la responsabilità di deciderlo io, questa volta. Il giorno 13 scenderò le scale di casa mia, camminerò sul marciapiede fino al semaforo, aspetterò il verde, attraverserò, entrerò dentro un edificio, dentro una cabina e voterò il nome del mio rappresentante. E non lo voterò per amicizia o per convenienza. Non lo voterò perché se eletto potrà mettermi delle zeppe o farmi avere dei privilegi, quali lucidi migliori, calzanti migliori, contenitori migliori. Non me li darà. Ed io non li chiederò. mI piacerebbe averlo come mio rappresentante per tutto ciò che non gli chiederò. Ho bisofno estremo di sapere che qualcuno, al di là delle mode, delle convenzioni, delle opportunità, continui a battere la strada del dialogo fra culture e religioni, della riflessione sui grandi temi planetari dei diritti umani, del rispetto ambientale, della cooperazione, della solidarietà e della pace.Ne ho bisogno. Altrimenti mi rivolgerei a un grossista, a un rappresentante di famose marche, a un agente pubblicitario, a un venditore di pellame. Io il giorno 13 scenderò le scale di casa, camminerò sul marciapiede fino al semaforo, aspetterò il verde, attraverserò, entrerò in un edificio, dentro una cabina, aprirò una scheda e voterò il nome del mio rappresentante. E concludo dicendo che non spiegherò meglio di così a meno che non mi si chieda di farlo. Non è propaganda gratuita. E' econvinzione.(Dichiarazione di voto di una scarpa sinistra per un rappresentante...di scarpe).ANNA LUCHERONI