martedì, giugno 13, 2006


"Durante la mia prigionia mi sono ispirato molto ad Antonio Gramsci. Fu lui che (....) parlando di internazionalismo, descrisse l'uomo del futuro come cittadino del mondo"
(Akbar Ganji, discorso per il conferimento della cittadinanza onoraria di Firenze)

Oggi, a Palazzo Panciatichi (Via Cavour 4) nuovo appuntamento con AKBAR GANJI per il conferimento del "Gonfalone d'argento" del Consiglio regionale della Toscana.

2 commenti:

DroMan ha detto...

Ho vissuto per dieci giorni al fianco di Akbar Ganji, un uomo che ha dedicato la sua vita alla libertà e che non ha mai smesso in questi giorni a Roma, a Firenze, a Siena, di fare riferimento al libertarismo quale orizzonte profetico di un nuovo vivere. Un orizzonte che sembra avere perso la sua caratteristica, quella del limite. Ganji ha passato sei anni in prigione, minacciato di morte, torturato, ma nonstante questo non si legge nei suoi occhi la paura. Nemmeno quando afferma, prima di partire, "Chissà se quando torno mi meteranno nuovamente in prigione". Mi chiedo: potranno mai i manovali dell'ordine imprigionare un uomo che sa essere libero anche dentro ad una cella?

severino ha detto...

Caro Droman,
hai ragione. Negli occhi di Ganji non c'è paura. E' un uomo dotato di sense of humour e di notevole presenza di spirito. Le dittature- questa è la conclusione che indirettamente ne deriva- sono giganti dai piedi fragili.
La superiorità morale e la libertà interiore, alla fine, pagano. Almeno in prospettiva storica.
Noi viviamo- anche nei tempi più duri- con questa fiducia.